Le tonnellate di PVC complessivamente trasformate in Italia nel 2018 sono state 650.000, a cui vanno aggiunti quelli relativi al riciclo post-consumo, con il prodotto riciclato che in parte ha sostituito quello vergine in nuovi manufatti.
I dati provengono dall’annuale indagine Il consumo di PVC in Italia – 2018, realizzata da Plastic Consult per conto del PVC Forum Italia.
Riguardo alla materia prima utilizzata, il 66% viene trasformato direttamente da PVC resina mentre il 34% attraverso il compound.
Sono sempre più vicini i volumi delle due tipologie di polimero: il PVC rigido registra 326.000 tonnellate, quello plastificato 324.000. Le principali tecnologie utilizzate per il materiale rigido sono estrusione tubi (28,7%), compounding (24,5%) e calandratura (24,2%). Per il plastificato compounding (43,8%), seguito da estrusione tubi/profilati e rivestimento cavi, entrambi intorno all’11%.
L’edilizia si riconferma il principale settore applicativo con 207.500 tonnellate trasformate (+ 1,2% rispetto al 2017) che corrispondono a circa il 32% del mercato totale. Seguita dall’imballaggio (79.500 tonnellate equivalenti al 12,2%) e dai cavi e materiali elettrici (circa 60.000 tonnellate, 9,2%).
Si tratta di un mercato molto segmentato con una forte incidenza delle cosiddette “altre applicazioni” tra cui agricoltura, articoli tecnici, articoli medicali e soprattutto export di compound sia rigido che plastificato.
Il PVC rigido riciclato viene principalmente utilizzato per la produzione di tubi, profilati e monofili per spazzole.
Per il PVC plastificato, che assorbe il grosso del riciclato post-consumo, gli impieghi principali sono tubi per giardinaggio e membrane impermeabilizzanti oltre a volumi non trascurabili che trovano sbocco nel settore delle calzature (suole).
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